

Di grande suggestione, questa piccola stanza ha una doppia apertura. Provenendo dal precedente studio del Soprintendente a destra si trova il balcone che si affaccia sulla piazza Riario Sforza dove spicca la più antica guglia della città realizzata da Cosimo Fanzago e dedicata a San Gennaro a partire dal 1631. Nella parete di fronte al balcone, un armadio di legno nasconde un coretto-matronèo che affaccia nella chiesa di Nostra Signora della Misericordia. Da questo affaccio si può avere una spettacolare visione d’insieme della chiesa con il grande capolavoro di Caravaggio sull’altare maggiore. Al di sopra dei coretti collocati in chiesa, usati per animare con canti e musiche le funzioni liturgiche, fu realizzata quest’altra apertura che mette in stretto collegamento l’edificio sacro con l’appartamento del primo piano destinato alle attività del Pio Monte. Infatti questa sala era un tempo detta la “camera della Messa” da cui i governatori potevano assistere alle funzioni religiose o godere di un momento intimo di preghiera. Oggi l’ambiente è chiamato ‘sala del coretto’.
In origine l’affaccio in chiesa era dato da una semplice apertura e i Governatori assistevano alla messa seduti su sedie di paglia. Ma nel 1767 fu realizzato questo grande armadio dalle forme morbide e ondulate con una porta centrale che svolge la funzione di nascondere delle comode sedute rivestite in stoffa; questo vano un po’ segreto, quasi un palco da teatro, era nascosto da una grata in legno finemente intagliata e dorata e consentiva ai Governatori dell’istituto di assistere alle sacre funzioni senza prendervi fisicamente parte e senza essere visti da chi stava in chiesa.
Le balaustre dei cinque coretti in chiesa e la grata di questo affaccio, detto ‘gelosia’, furono realizzati dagli intagliatori Girolamo Manfredi e Cosmo Pinto tra il 1668 e il 1671, e in origine furono pensati di colore bianco dall’architetto Picchiatti, in armonia con il resto della cappella. Come si legge nei documenti storici, l’architetto della chiesa scriveva: “in quanto alli coretti me ne rimetto a quello si determinerà da questi miei illustri signori et da vostra signoria illustrissima, però il mio parere è di farli rimanere bianchi come stanno hoggi”. Ma nonostante l’invito a “farli rimanere bianchi”, la scelta fu quella di dorarli, divenendo cosi l’unico motivo tipicamente tardo barocco dell’ambiente della chiesa.
Certamente questa è la sala più autentica della Quadreria che ha l’unico arredo originario commissionato per le funzioni dell’Ente, rimasto qui senza trasformazioni o spostamenti: l’armadio detto ‘del coretto’, insieme al seicentesco tavolo di Governo, costituiscono gli unici pezzi nati in questo palazzo e pensati per un preciso scopo a differenza degli altri arredi e suppellettili giunti qui attraverso le numerose eredità e donazioni.