Quadreria

La Quadreria, detta anche Pinacoteca, è nelle sale dell’appartamento storico sito al piano nobile del palazzo. Questi spazi nascono nel Seicento per accogliere le attività amministrative dell’Istituzione e per secoli sono state utilizzate solo dai Governatori e dagli Associati del Pio Monte della Misericordia.

Gli ambienti, di grande suggestione, espongono arredi di vario stile e manifattura, una ricca collezione di opere dalla fine del XV al XXI secolo, tra cui Mattia Preti, Massimo Stanzione, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Jusepe de Ribera e 40 tele provenienti dalla donazione del pittore del Settecento Francesco De Mura.

Nel 1972 questa raccolta privata del Pio Monte è stata aperta per la prima volta al pubblico e dal 2003 è accessibile a tutti i visitatori con un nuovo allestimento.

La collezione esposta si è formata in oltre quattro secoli grazie a lasciti testamentari e donazioni: i dipinti e gli arredi venivano ceduti al Pio Monte per essere venduti e raccogliere fondi da destinare alle opere caritatevoli.

Dal 1914 la pratica delle vendite all’asta è stata interrotta, poiché l’Ente decide di conservare il proprio patrimonio artistico, arricchito nel corso del Novecento da alcune importanti donazioni, fino alle più recenti opere di arte contemporanea.

  • Tutto
  • Sezione c ante
  • sezione q ante
  • Quadreria
  • Studio del Soprintendente
  • Sala del Governo vecchio detta Sala dello Stemma

Andrea Vaccaro (quinto decennio del XVII secolo) Pietà

Massimo Stanzione (1648-1658 circa) Ritratto equestre di Carlo di Tocco

Luca Giordano (1692 circa) Autoritratto

Girolamo Ramarino

Federico Barocci, Cornelis Cort (primo quarto del XVII secolo) Riposo durante la fuga in Egitto (Madonna delle ciliegie)

Incredulità di San Tommaso

Dirk van Baburen, 1617-20

Van Baburen, olandese attivo a Roma ai primi del Seicento, come altri artisti stranieri assorbe pienamente la lezione e il tema Caravaggesco, adattandoli ai suoi personali mezzi espressivi: il dipinto, infatti, si caratterizza per l’accentuata gestualità dei personaggi e i violenti colori sulle superfici dilatate.

Ritratto della moglie del pittore

Francesco De Mura, 1735 ca.

Tra i ritratti più noti del ’700 napoletano, dai precisi tratti somatici, ma tipicamente legata alla ritrattistica ufficiale, la donna è Anna Ebreù, sposata dal pittore nel 1727. De Mura, sebbene restando ancorato ad una certa dipendenza solimenesca, assai frequente nei suoi ritratti, comincia ad evidenziare una certa resa luministica nelle vesti. Disprezzata nel testamento del

Nicolò De Simone (secondo quarto del XVII secolo) Allegoria della pittura

Incredulità di San Tommaso Bernardo Cavallino

Incredulità di San Tommaso Bernardo Cavallino