21) Francesco De Mura
Napoli, 1696-1782Ritratto di Anna Ebreù, moglie del pittore

1727-1735 circa

olio su tela, cm 98 x 75

La donna raffigurata nel dipinto è stata identificata come Anna Ebreù, moglie del pittore Francesco De Mura dal 1727. Sul fondo scuro spicca la figura a mezzo busto della giovane che è ritratta di tre quarti e rivolge lo sguardo a chi le sta di fronte. Alcuni fiori rossi e rosa chiaro sono sistemati in un vaso a sinistra, natura morta che crea profondità spaziale e lascia in primo piano la moglie dell’artista.

Il modello è quello della ritrattistica ufficiale; tuttavia il pittore si dedica con grande attenzione a descrivere la fisionomia mediterranea della donna che, come si legge nel testamento di De Mura, era una lavandaia. Il corpo è florido, con le spalle tornite. Il volto tondo ha tratti somatici marcati, con le guance colorate di rosa e il doppio mento appena accennato. La bocca carnosa sembra velata da un’ombra di peluria sul labbro superiore. Gli occhi scuri segnati da leggere occhiaie e le sopracciglia folte donano alla donna uno sguardo profondo e fiero.

Il viso è incorniciato dalla parrucca chiara che De Mura raffigura soffice e levigata lasciandoci immaginare che sia cosparsa di cipria grigia, secondo l’uso del tempo. Nell’acconciatura, dietro la tempia destra, è inserita una vaporosa piuma verde a fermare i capelli raccolti ai lati. Solo un lungo ricciolo scende dalla nuca, avvolge il collo e cade sulla spalla destra. Anna stringe la punta del boccolo tra le dita, un gesto malizioso che un cagnolino bianco e nero, nell’angolo in basso a sinistra, osserva divertito.

Anna Ebreù indossa un vestito scuro ed elegante con un bustino chiaro, dai riflessi d’argento.  Il profilo della scollatura è impreziosito da un merletto sottile, accennato con pochi tocchi di pennello che ne restituiscono la trasparenza sulla pelle chiara del petto. Un drappo giallo avvolge il busto della donna e scorre tra le sue braccia. Le pieghe della stoffa, con i tocchi chiari e le ombre, rendono la preziosità del tessuto e mettono in risalto la figura. La posa e la ricchezza dell’abito fanno apparire la donna come una aristocratica.

Nel primo inventario dei beni che si trovavano nella casa di Francesco De Mura alla sua morte, si legge che nella “stanza da mangiare” c’erano numerose tele tra le quali questo “ritratto della commoglie di detto quondam don Francesco, di palmi 3 per 4, con cornice indorata”.