

attivo a Roma tra il secondo e il terzo decennio del XVII secolo
Incredulità di san Tommaso
secondo-terzo decennio del XVII secolo
olio su tela, cm 122 x 167
L’opera è dipinta da un pittore ancora anonimo ma forse proveniente dai Paesi Bassi e attivo a Roma tra il secondo e il terzo decennio del Seicento. La sua attività è individuata dagli storici dell’arte che gli hanno attribuito il nome di “Maestro dell’Academia de San Fernando”, per una serie di dieci apostoli che l’artista esegue nell’Istituto dell’Accademia di San Fernando a Madrid.
La tela raffigura il momento preciso in cui Cristo appare a san Tommaso che dubita della sua resurrezione e, così come raccontato nel Vangelo di Giovanni, pronuncia queste parole “…metti qua il tuo dito e guarda le mie mani. Stendi la tua mano e mettila nel mio costato…”. Gesù con un gesto molto esplicito guida la mano dell’incredulo Tommaso sulla ferita ancora aperta, a testimonianza della avvenuta crocifissione e delle torture ricevute. Questi, avvolto in una tunica marrone, è proteso in avanti e osserva con attenzione le sue dita che toccano la piaga sul costato, appena sotto il petto.
Cristo è raffigurato con un elegante panneggio classico sui fianchi, che esalta il corpo nudo, reale, vivo fatto di carne e sangue.
Alle loro spalle tre uomini sono caratterizzati da una forte gestualità: uno stringe le mani quasi in atto di preghiera, gli altri due spalancano e agitano le braccia e le mani, molto naturalistiche con grosse nocche e unghie in evidenza, in segno di grandissimo stupore. La loro gestualità è aumentata dalla forte espressività dei volti e dai colori accesi, che appaiono come dilatati sulla superficie. Il chiaroscuro e l’inquadratura ravvicinata rimandano chiaramente alla pittura di Caravaggio. Come per il Merisi, i suoi sono modelli reali, uomini presi dalla strada e dalla realtà quotidiana più umile, che compiono dei gesti molto caricati e teatrali.
Altra caratteristica del dipinto è la pastosità della stesura pittorica e la consistenza lanosa e curvilinea dei panneggi.
L’Incredulità di San Tommaso che il Merisi dipinge a Roma per la collezione di Vincenzo Giustiniani, fu copiata da molti artisti nei primi decenni del Seicento; oggi nella Bildergalerie a Postdam si trova una versione, da alcuni ritenuta di mano del Caravaggio, molto simile a questa conservata al Pio Monte della Misericordia.