

Dopo le prime riunioni presso l’Ospedale degli Incurabili, i governatori dell’Ente, vollero costruire una propria casa nella zona di Capuana, di fronte “le case dell’arcivescovado”, e a partire dal dicembre 1604 acquistarono diversi fabbricati appartenenti a nobili famiglie. La prima sede fu progettata dall’architetto Giovan Giacomo di Conforto. La seconda fase vide l’abbattimento del primo palazzo e la ricostruzione dell’attuale sede, su disegno di Francesco Antonio Picchiatti il quale, con diverse maestranze, lavorò al Monte dal 1655 al 1679, dando l’aspetto al palazzo che conserva ancora oggi con la facciata da residenza nobiliare con portico che dà accesso alla chiesa e ai tre piani.
Il palazzo si affaccia sulla piazza Riario Sforza, dove al centro è collocata la splendida guglia, monumento dedicato a San Gennaro, realizzato dall’architetto Cosimo Fanzago dal 1631.
Il Pio Monte ha due ingressi: uno di fronte alla piazza che introduce alla Chiesa e alle sue funzioni religiose, l’altro dal portone accanto più a sinistra, scendendo su via Tribunali, che conduce all’interno del palazzo dove si svolgono ancora oggi le attività dedicate al prossimo. Sulla facciata del palazzo, sopra al portico, si legge il motto del Pio Monte, “Fluent ad eum omnes gentes”, “Tutte le genti affluiranno ad esso”, un versetto tratto da un passo del profeta Isaia nella Bibbia che recita: “Alla fine dei giorni, il monte del Tempio del Signore sarà elevato sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti”. La frase latina, o le sue iniziali, è inserita in tutti gli stemmi riprodotti dell’Ente: esso è formato da sette montagne che corrispondono alle sette opere di misericordia corporale e su quella più alta centrale è posta la Croce di Cristo.
La chiesa, detta anche cappella, intitolata a Nostra Signora della Misericordia, ha una pianta centrale di forma ottagonale, con sette altari, ciascuno dedicato a un’opera di misericordia. Di fronte al portone di accesso, è l’altare maggiore con la grande tela Le Opere di Misericordia, capolavoro di Michelangelo Merisi da Caravaggio, simbolo dell’Istituzione da oltre quattrocento anni.
Sopra gli altari si aprono cinque coretti, dove un tempo si ospitavano i cantori e i musicisti per le messe cantate e dove si conserva un prezioso organo settecentesco. Al di sopra della porta di ingresso e dei coretti, si apre un piccolo balconcino circondato da una preziosa grata in legno intagliato e dorato: da questo luogo i Governatori assistevano in una posizione privilegiata e nascosta alle funzioni religiose. La pianta della chiesa si chiude con una cupola, tra le più alte del centro antico di Napoli.
Uscendo dalla chiesa, all’interno del cortile è collocato lo scalone monumentale, un tempo detto “scala regia”, che raggiunge il primo piano del palazzo, dove il percorso continua nella Quadreria, alla quale si accede anche con un ascensore.
In queste sale si svolge l’attività quotidiana del Pio Monte della Misericordia, si riuniscono gli attuali Governatori, è conservata la ricca collezione d’arte, aperta oggi a tutti i visitatori ma fino al 1972 frequentata dai soli Associati di questo Istituto benefico. Il percorso di visita si conclude nelle sale dedicate ad artisti contemporanei.
Al secondo piano del palazzo, si trova l’Archivio storico e Biblioteca, con il suo notevole patrimonio documentario e librario, consultabile su prenotazione. In cinque sale si conservano molti documenti prodotti dall’amministrazione del Pio Monte fin dalla sua nascita ma anche documenti più antichi datati al XIV secolo poiché alcune famiglie, avendo fatto testamento a favore del Pio Monte, hanno donato anche i loro documenti privati. La biblioteca si compone di oltre 17mila volumi grazie soprattutto la ricca donazione d’Aquino di Caramanico, del fondo Gleijeses e del fondo Pucci. Si conservano alcuni rari volumi stampati nel Cinquecento.
Tutti gli altri ambienti del palazzo ospitano attività o associazioni che dedicano i loro progetti, col sostegno del Pio Monte della Misericordia a disabili, anziani, giovani, immigrati ed altre categorie bisognose.