14) Giovanni Baglione

Nato a Roma, tra il 1566 e il 1568, morto a Roma intorno al 1643Deposizione di Cristo nel sepolcro

1608

olio su tela, cm 280 x 175

Giovanni Baglione è stato un pittore e scrittore molto apprezzato dalle committenze ecclesiastiche vaticane, in concorrenza con Caravaggio. Molto noto è il suo lavoro su Le vite de’ pittori, scultori et architetti, raccolta biografica di artisti, in cui non manca di riferire che Caravaggio, “…usciva a dir male di tutti i pittori passati, e presenti per insigni che vi fussero”.

Nonostante l’ostilità dichiarata tra i due, l’artista ne imita lo stile e infatti la Deposizione di Cristo nel sepolcro è tra le opere più caravaggesche della produzione del Baglione, realizzata a Roma e spedita per la cappella del Pio Monte nel 1608. Il dipinto intendeva rappresentare l’opera di misericordia seppellire i morti e fu pagata 120 scudi romani. Collocata in cappella fu poi nel 1671 sostituita dal dipinto con lo stesso soggetto di Luca Giordano considerato un pittore “come meglio stimato in questi tempi”.

La tela rappresenta il momento in cui Cristo, dopo essere stato deposto dalla croce, sta per essere adagiato nel sepolcro. In primo piano ad occupare gran parte della composizione, è raffigurato il corpo nudo e livido di Gesù, sorretto per le spalle a sinistra da Giuseppe d’Arimatea. L’uomo, avanti negli anni, è in piedi, ha una lunga e folta barba grigia, indossa un mantello azzurro bordato d’oro. Dietro di lui un giovane san Giovanni rivolge lo sguardo al cielo portando le mani al petto in un gesto implorante. Nicodemo è raffigurato a destra, accovacciato e rivolto verso sinistra, ha il viso giovane adornato da una leggera barba, il torso è nudo e sorregge Gesù per le gambe. Accanto a Nicodemo un uomo, di profilo, incrocia il suo sguardo e accarezza delicatamente la spalla e il capo di Gesù. Dietro Nicodemo si sporge la Maddalena, con lunghi capelli dorati e ondulati; piange e stringe a sé gli unguenti utili alla sepoltura; più in alto a destra la Madonna, accompagnata da altre donne, accosta il viso addolorato alle mani giunte.

Le espressioni dei volti, appaiono fortemente accentuate nelle emozioni a tal punto da raggiungere effetti caricaturali, mentre alcuni dettagli, come la ferita sul costato di Cristo, il martello, i chiodi e l’anfora in basso, sono molto realistici.

Sul basamento del sepolcro in pietra in basso a sinistra, il pittore appone la data e la firma: “EQUES·BAGLIONUS·ROMANUS·PINXIT 1608”