

(Liegi, [?] – notizie dal 1636 al 1655)Allegoria della pittura
secondo quarto del XVII secolo
olio su tela, 230 x 197
Il dipinto, di grande formato, è attribuito a Nicolò De Simone, pittore forse di origine fiamminga attivo a Napoli tra il 1636 ed il 1655. La tela raffigura una donna seduta davanti un cavalletto da pittore intenta a completare il ritratto di una figura femminile. Indossa un abito di moda nella prima metà del secolo XVII detto ‘alla spagnuola’, costituito da un’ampia gonna il cui ricco tessuto, di raso o di velluto rosso, scende morbido e da una casacca aperta sul davanti e stretta alla vita, con falde separate che scendono sui fianchi, completato da un elegante colletto di merletto bianco. Le maniche si aprono dalla spalla al gomito, lasciando trasparire la camicia bianca. L’abito è impreziosito da decori in broccato d’oro e disegni di pigne e di fiori.
Molto elaborata è anche l’acconciatura con i capelli raccolti ai lati che scoprono la fronte e due fermagli decorati da alte e bianche piume.
Intorno alla donna altre figure rimandano a diverse attività dell’intelletto.
In basso a sinistra due puttini nudi, uno mantiene con la mano sinistra una maschera rossa (il teatro), l’altro regge un libro e un compasso (la matematica o le scienze).
In alto a destra alle spalle del soggetto principale, in ombra, vi sono tre figure femminili: la prima con un violino e un archetto ha la bocca dischiusa in atto di cantare (la musica e il canto); le altre due sembrano dialogare con grande intimità (arte oratoria?). Nel loro insieme queste figure simboliche, potrebbero essere interpretate come le Arti liberali, che costituivano a partire dal Medioevo i due ambiti dell’insegnamento, l’uno letterario, con la grammatica, la retorica e la dialettica, l’altro scientifico, con l’aritmetica, la geometria, la musica e l’astronomia.
Un inventario del 1802 così descrive il grande dipinto: “Un quadro di palmi 9 per 8, con cornice intagliata, che rappresenta la figura della Pittura con i suoi emblemi, della scuola antica”.
Questi dipinti erano molto richiesti nelle case aristocratiche del tempo e rispecchiavano il gusto dell’epoca, anche perché i ricchi chiaroscuri, imitavano lo stile naturalistico di Caravaggio, con figure e abiti in uso al tempo. In quest’opera, al naturalismo caravaggesco si aggiunge la ricerca dei tessuti, dei particolari e dei dettagli che davano la resa delle consistenze dei materiali, come la lacca lucida della maschera rossa. Questa è una caratteristica dei pittori fiamminghi attenti alla cura dei particolari e dei dettagli che permetteva di realizzare composizioni molto realistiche e raffinate.