

Documentato a Napoli dal 1514 al 1521
Adorazione dei Magi
Terzo decennio del XVI secolo
olio su tavola
cm 175 x 190
Questa Adorazione dei Magi è opera del pittore salernitano Girolamo Ramarino detto “Girolamo da Salerno”. Raffigura l’episodio del Vangelo di Matteo in cui i tre Re Magi, dopo un lungo viaggio, giungono nel luogo in cui Gesù è appena venuto al mondo e si inchinano davanti alla Sacra Famiglia offrendo al Messia doni preziosi.La Sacra Famiglia è sulla parte sinistra della tavola: la Vergine Maria, in primo piano, indossa una veste rossa e un manto blu, è seduta e sostiene con le braccia Gesù, che è accomodato nudo sul suo grembo. San Giuseppe, è raffigurato sulla sinistra, un po’ più arretrato rispetto a Maria, veste un abito verde e un mantello arancione, è in piedi, appoggiato a un bastone di legno e rivolge lo sguardo ai Magi. Alle spalle della sacra famiglia sono rappresentati, come da tradizione, un bue bianco e dietro l’asino.Di fronte a loro il re mago è inginocchiato e porge un vaso, dono che Gesù Bambino afferra con le sue manine. I due si guardano intensamente e sono al centro della composizione. Il re è raffigurato di profilo, ha barba e capelli grigi, indossa un ricco abito decorato, ha il capo scoperto e la corona è poggiata per terra. Anche il secondo mago, più giovane, è inginocchiato, indossa abiti lussuosi e con la mano destra stringe il suo dono. Mentre il terzo, di pelle scura, è in piedi, indossa abiti orientali e mostra nella destra il dono.
Tutte queste figure sono inserite in un’architettura antica con grandi archi che fa da sfondo, come una sorta di grotta alla natività. In alto, tra la vegetazione che cresce spontanea sulle rovine, spunta un astro luminoso, la stella cometa che ha guidato il viaggio dei Magi e ora brilla nel cielo blu.
Sulla destra ci sono un folto gruppo di persone e animali esotici, che sottolineano la provenienza dei tre sapienti dal lontano Oriente. In alto a destra, un paesaggio montano, caratterizzato da una scura vegetazione, sfuma tra le nubi e il cielo azzurro.
Su un cartiglio in basso, si legge l’iscrizione in latino del poeta napoletano Jacopo Sannazaro:
“partus et integritas discordes tempore longo virginis in gremio foedera pacis habent”, che significa “il parto e la verginità, inconciliabili tra loro a lungo, si conciliano come patto di pace nel grembo della Vergine”